Siamo stati alla 3 edizione italiana di Fuck Up Nights, il format di outing imprenditoriale partito da Città Del Messico nel 2012 e ora già presente in moltissime parti del mondo. L’idea è quella di raccogliere casi esemplari di progetti falliti – fucked up-, per provare a ricostruire a posteriori gli errori e le ingenuità che hanno fatto deragliare l’idea.
Il 29 febbraio nella sede milanese di Impact Hub – incubatore di start up e progetti di impresa- si sono alternati al microfono tre professionisti che ci sono passati.

Non ci sono rimpianti se penso al mio sogno di velista, ma la nostra squadra è stata penalizzata da una mancanza di trasparenza, oltrechè di soldi. Non ne avevamo abbastanza per partecipare a una gara di questo livello. Questo mi ha insegnato che è fondamentale non partire se non ci sono i fondi, ma anche che è necessario studiare con attenzione le persone con cui ci mettiamo in gioco. Facendomi guidare dalla passione mi sono esposto fidandomi troppo sulla parola.

Eravamo tre socie, a un certo punto ho capito di non identificarmi più con le visioni e le priorità di chi aveva condiviso con me l’idea iniziale. Accettarlo è stata la cosa più dura. Oggi dico che, se si vuole fare impresa, è bene provare, ma è bene capire quando, in caso, arriva il momento di mollare.
Infine una storia di politiche giovanili in Puglia. Sollevato dall’incarico a partire da gennaio 2016, Annibale D’Elia – con altri – si è fatto promotore di Bollenti Spiriti, un gruppo di lavoro che ha ottenuto fondi e realizzato iniziative per invitare alla partecipazione diretta i giovani della regione:
Fare innovazione voleva dire permettere alle persone di fare qualcosa. Pensiamo al caso Blackshape di Monopoli, disegno e progettazione di aerei in fibra di carbonio che oggi tutto il mondo ci invidia. L’idea è stata di Angelo Petrosillo e Luciano Belviso che sono partiti con i 25mila euro a fondo perduto del nostro progetto- prosegue D’Elia- e non sono gli unici. Il contesto in cui ci muoviamo spesso ci ostacola, però. Ho capito che per accogliere il nuovo bisogna essere disposti a cedere una parte del proprio potere.


