Le squadre più ricche d’Europa

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Una pioggia di milioni in mano a pochi grandi club: ecco quali sono le squadre più ricche d’Europa

I grandi club del calcio europeo diventano sempre più ricchi. La crescita esponenziale dei proventi televisivi e dei ricavi commerciali ha rinvigorito, negli ultimi anni, i bilanci delle squadre più importanti, ampliando il margine tra la forza economica dei top club e quella delle realtà più piccole: nelle ultime sei stagioni, come ha sottolineato la stessa Uefa, le prime 15 squadre europee hanno registrato una crescita degli utili commerciali pari al 148%, mentre gli incassi delle altre 700 società di massima divisione sono lievitati solamente del 17%. Inoltre, il sistema del fair play finanziario, che ha imposto ai club un limite di spesa in relazione ai propri ricavi, ha favorito la conservazione dello status quo: le società più grandi, infatti, che ottengono maggiori proventi sia dalla vendita dei diritti televisivi che dai contratti di sponsorizzazione, possono permettersi di acquistare grandi campioni senza violare le regole del fair play finanziario, mentre i club emergenti, con un fatturato minore, devono limitare i propri investimenti, se non vogliono incappare nelle sanzioni dell’Uefa.

Ma quali club possono vantare i maggiori ricavi in Europa?

Ad analizzare il giro d’affari delle squadre continentali ci ha pensato, come ogni anno, l’agenzia di consulenza Deloitte, che ha pubblicato di recente il rapporto “Football Money League 2017”: l’agenzia americana, prendendo in considerazione gli introiti commerciali, i proventi televisivi e gli incassi da stadio delle società, ha stabilito che, al termine della stagione 2015/2016, il Manchester United è tornato ad essere il club più ricco d’Europa, davanti a Barcellona e Real Madrid. I Red Devils hanno superato, dopo 12 anni, il Real Madrid nella classifica dei club europei con i maggiori ricavi, grazie soprattutto alla crescita dei proventi commerciali (+99 milioni sulla stagione precedente), che costituiscono oltre il 50% del fatturato dello United, pari complessivamente a 689 milioni di euro. Ma i diavoli rossi non costituiscono un’eccezione all’interno del panorama calcistico d’oltremanica: i club inglesi, infatti, contano ben 12 squadre tra le 30 più ricche d’Europa, con 5 di queste che appartengono alla Top 10 (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea e Liverpool).

Tutte le società della Premier League, inoltre, beneficeranno nel prossimo bilancio di una crescita consistente dei proventi derivanti dalle televisioni, in quanto diventerà operativo il nuovo contratto con cui sono stati assegnati i diritti tv 2016-2019 del massimo campionato inglese, ceduti a cifre astronomiche: come già ricordato nel precedente articolo (Calcio e diritti TV, si cambia), l’ultima in classifica della Premier League 16/17 riceverà più soldi, dal piccolo schermo, di qualsiasi squadra italiana della Serie A, per quanto riguarda le partite di campionato. Una differenza enorme, che in futuro porterà nel circolo delle squadre europee più ricche tante altre società inglesi.

Tra i colossi del calcio mondiale, subito dopo il Manchester United, troviamo il Barcellona, i cui ricavi commerciali sono in grande crescita, come dimostra il nuovo accordo di sponsorizzazione che il club catalano ha siglato con l’azienda giapponese Rakuten, per la cifra record di 55 milioni di euro a stagione. Nonostante la vittoria della Champions, il Real Madrid è sceso invece dal primo al terzo posto della graduatoria, con un fatturato praticamente equivalente a quello del Barca, che si aggira intorno ai 620 milioni di euro. In seguito troviamo il Bayern Monaco, che è secondo solo ai Red Devils per ricavi commerciali, e le due squadre in mano alle esose proprietà arabe, vale a dire Manchester City e Psg.

L’Italia invece arranca. La prima squadra del nostro Paese per fatturato è la Juventus, che si posiziona solamente al decimo posto tra i club più ricchi d’Europa. I bianconeri registrano una crescita di circa 30 milioni di euro dei proventi commerciali, che rimangono tuttavia su livelli molto modesti rispetto ai quelli dei top club del Vecchio Continente. Lo stesso vale per gli introiti da stadio, dove i bianconeri pagano soprattutto la scarsa capienza dello Juventus Stadium. Dopo la squadra campione d’Italia, troviamo la Roma, al quindicesimo posto, che grazie al raggiungimento degli ottavi di finale nella Champions League 2016, registra ricavi superiori al Milan, sedicesimo, e all’Inter, diciannovesima.

Il nostro calcio dipende eccessivamente dai diritti televisivi, che costituiscono, in media, il 55% del fatturato totale dei nostri top club (in Spagna e Inghilterra valgono poco più del 40%): anche per questo la nuova riforma della Champions, grazie alla quale l’Italia nel 2018/2019 avrà ufficialmente 4 squadre direttamente qualificate ai gironi della massima competizione europea, garantirà introiti fondamentali per permettere ai nostri club di continuare a competere a livello internazionale. Per massimizzare i ricavi, inoltre, sarà necessario che le squadre di Serie A acquisiscano, ristrutturino o costruiscano ex novo uno stadio di proprietà, sulla scia di quello che è avvenuto negli ultimi quattro anni in tutta Europa, dove sono stati inaugurati 58 nuovi impianti. Del resto il legame tra fatturato e vittorie nel calcio di oggi è indissolubile. Solamente una squadra infatti, negli ultimi vent’anni, è riuscita a conquistare la Champions League, senza essere nella Top 20 dei club più ricchi d’Europa: accadde nel 2004, quando vinse il Porto, allenato da un genio di Setúbal.

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