MOACONCEPT PROMOTORE DEL SUMMIT SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

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Moaconcept ha promosso, in partnership con Agenzia Generali Italia SpA di Firenze Rifredi, Change Capital e The Social Hub, un summit sul tema dell’economia circolare. Nella comune convinzione che un nuovo rapporto con l’ecosistema sia oggi necessario e non più procrastinabile, i vari promotori dell’incontro e le molte eccellenze che hanno accettato di parteciparvi nella consapevolezza che si debba agire insieme, un passo alla volta e con comportamenti ispirati da una rinnovata consapevolezza etica.

Fare impresa, oggi, implica assumere un ruolo concreto e definito nei confronti della collettività e del pianeta, affinché la propria attività non si esaurisca solo nel perseguimento della logica del profitto.

L’innovazione sostenibile, oltre ad essere diventata un imperativo e dettare la timeline del cambiamento verso un mondo consapevole, conviene. Tra i primi a comprendere che questo nuovo approccio è necessario è stato, infatti, proprio il mondo della finanza.

Matteo Tugliani – Moaconcept

I lavori, moderati dal giornalista Gianni Rusconi, si sono aperti con il saluto di Matteo Tugliani, Ceo and Founder Moaconcept e di Paolo Merelli, Agente dell’Agenzia Generali Italia Spa di Firenze Rifredi e sono poi entrati nel vivo con l’intervento di Stefano Galassi, Co-Founder & Open Innovation Director di Limitless Innovation. Il manager ha spiegato come l’Open Innovation stia guidando la fashion circularity e ha tratteggiato l’attuale perimetro delle più rilevanti innovazioni oggi all’attenzione del settore moda. Virtual fashion, metaverso, digital twin e industry 4.0 ma anche ricerca sui nuovi materiali, biocircolarità e upcycling sono stati così portati all’attenzione della platea.

A seguire gli avvocati Lorenzo Micacchi e Giacomo Pailli dello Studio MPM Avvocati, sono stati invitati a sintetizzare l’inquadramento societario di Benefit Company e BCorp per poi passare ad approfondire problematiche oggi molto sentite come il greenwashing e il tema dell’etichettatura e, infine, ad analizzare come si possono tutelare proprietà intellettuale e brevetti e cosa prevede la normativa UE – DNSH – e quali sono i requisiti richiesti in termini di sostenibilità per poter accedere ai finanziamenti.

Il pomeriggio è quindi proseguito con l’intervento di Mafalda Maffettone, ESG Advisor per Rewind, che ha presentato il bilancio di sostenibilità come un elemento di vantaggio competitivo. In particolare, infatti, tale strumento rappresenta un fattore di modernità ed un asset rispetto ai competitor soprattutto per le PMI. Si è poi analizzato più nello specifico cosa comporta stilare un bilancio di sostenibilità.

Paolo Merelli – Agenzia Generali Italia SpA Firenze Rifredi 1

A seguire Guido Mengoni, CMO & CDO Temera, ha introdotto il tema della crescente importanza della tracciabilità come prerequisito necessario per una gestione sostenibile certificabile. Nella nuova visione circolare, l’impatto ambientale di un prodotto deve infatti fare riferimento al suo intero ciclo di vita.

Jacopo Laganga, Global Head of Digital | eCommerce | Marketing & Communication at Monnalisa ha quindi condiviso la propria case history di un progetto pilota realizzato su 4 capi bestseller della linea couture di Monnalisa. Hanno sviluppato delle etichette che, attraverso la scansione di un QR code consentono di accedere ad un sito mobile dedicato che narra la storia del prodotto, la filiera e tutte le sue fasi di produzione in maniera trasparente e tracciabile. Questa sorta di carta d’identità digitale permetterà di tracciare il capo anche in futuro, ad esempio qualora fosse inserito in un circuito di second hand. Interrogato dal moderatore su eventuali progetti futuri, il manager ha dichiarato la volontà aziendale di procedere ad ampliare il progetto pilota ed a ridurre i consumi energetici dell’azienda.

A chiudere la prima parte dei lavori, l’intervista a Simona Innocenti, CEO di Leather Bis e Presidente di ASPRI. L’imprenditrice ha parlato della propria case history, di un’azienda che riutilizza gli scarti di una filiera, quella della pelle, che a sua volta usa una materia prima che è scarto della filiera alimentare. La volontà di creare bellezza e lusso da uno scarto e la volontà di rendere questa opportunità accessibile anche ad altre imprese è stata la molla da cui è nata anche ASPRI (Associazione Pelle Recuperata Italiana).

Dopo il break, a riaprire i lavori, l’interessante intervista con Stefano Dorigo, Professore Associato in diritto tributario presso UNIFI. Il professore ha introdotto i nuovi strumenti della giurisprudenza per il settore della sostenibilità.

I relatori

Afsoon Neginy, COO Business & Sustainability Director di Pettenon Cosmetics Spa, ha quindi presentato la case history del Gruppo Pettenon, realtà che si sta concretamente impegnando a ridurre il proprio impatto sul pianeta e che ha scelto di diventare società Benefit. Dopo aver condiviso alcuni progetti concreti tesi a raggiungere la carbon neutrality, a rivedere le proprie formulazioni perché siano sempre più biodegradabili e naturali, a studiare il packaging con un software che ne valuta l’impatto ambientale durante il suo ciclo di vita per poi agire con l’adozione di plastiche riciclate, rigrammatura dei pack e inserimento in gamma dei refill del prodotto. E ancora si è parlato con la manager di risparmio dell’acqua, di formazione e dell’importanza di farsi promotori di una cultura aziendale sostenibile anche nei confronti dei propri partner.

A seguire, Eva Di Franco, Docente Idi Marketing Ethics & Fashion Design presso IED e Founder del brand EVADIFRANCO Timelessclothing, ha parlato di approccio sostenibile nella progettazione delle collezioni moda, del fatto che la sostenibilità oggi sta diventando una necessità e che i consumatori iniziano ad essere infastiditi quando percepiscono che i brand usano la sostenibilità come leva di marketing e comunicazione pur non avendone i requisiti concreti. L’imprenditrice ha quindi portato la propria esperienza concreta introducendo l’esperienza fatta con il brand da lei fondato.

Matteo Tugliani, CEO e Founder di Moaconcept, ha quindi condiviso la propria esperienza imprenditoriale raccontando la propria scelta di convertire la propria azienda di sneakers in Benefit Company e di investire in progetti che gli permettessero di lasciare un’impronta positiva nel Pianeta. In particolare ha ripercorso l’avvio del progetto My Own Action che partito proprio presso l’hotel The Social Hub con l’installazione del primo Used Sneaker Collector, è poi divenuto protagonista di varie iniziative conquistandosi grande risonanza

non solo a livello nazionale ma anche all’estero dove il prestigioso store di Stoccolma Nordiska Kompaniet non solo ha chiesto di poter mettere a disposizione dei propri clienti lo Used Sneaker Collector ma ha anche voluto dedicare al progetto il takeover di un’intera vetrina per tutto il mese di aprile.

A chiudere i lavori, infine, Paolo Merelli, Agente presso l’Agenzia Generali Italia Spa di Firenze Rifredi che, in un vivace scambio con il moderatore e con Matteo Tugliani, ha tirato le somme di un summit davvero ricco di spunti e di stimoli e che, soprattutto, ha creato un network importante fra realtà diverse ma con una visione comune.


Moaconcept, fondata nel 2013 è una sneaker Benefit Company, con sede operativa a Bagno a Ripoli (FI), guidata dal CEO Matteo Tugliani. Il brand realizza collezioni contemporanee di sneaker con posizionamento medio/alto, composte da prodotti confortevoli e ispirati al mondo urban fashion.

Nata con il chiaro intento di lasciare la propria impronta positiva sul mercato del footwear, oggi attraverso un nuovo business model basato sulla sostenibilità, l’azienda vuole diventare un esempio e uno stimolo per promuovere il cambiamento a favore delle persone e del pianeta. Nel corso degli anni, l’azienda ha confermato il proprio impegno e la propria responsabilità sociale attraverso azioni a sostegno della collettività e progetti che si pongono l’obiettivo di ridurre l’impatto di emissioni di co2, anche attraverso una grande attenzione e un sempre maggiore controllo della supply chain, impegnandosi a ri-localizzare parte della produzione in Italia.

A cura della Redazione

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