NEL SUONO E NEL TEMPO: IL VIAGGIO MUSICALE DI VLADIMIR IVKOVIC

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Sei nel mondo della musica da oltre un ventennio, come ti vedi tra altri vent’anni? Come si fa a stare a passo con i tempi, con la musica di oggi?
È passato molto tempo da allora, è come se avessi vissuto altre due vite. Ho avuto in quegli anni e nella mia esistenza molto su cui curiosare, tutto ai margini del mondo musicale e non, sicuramente molto intorno alla musica. Non me lo sarei mai immaginato, perché probabilmente, pensandoci oggi, mi avrebbe tolto tutte le sorprese e le stranezze di questo mondo e di tutto quello che è accaduto sino ad oggi. Sono sempre stato il più possibile corretto, onesto verso me stesso e verso le mie passioni, soprattutto verso la musica. Lo stesso varrà anche per i miei prossimi vent’anni, aggiungendo che mancano forse “due Armageddon”, due battaglie finali, una fine del mondo, due cambiamenti radicali, per riuscire a continuare a vivere….. Quindi continuo a fare, a muovermi, ad affrontare, ad amare, a esplorare e a sperare che tra 20 anni ci siano altri giorni preziosi, meno pieni di atrocità intorno a noi.

Una tua giornata tipo?
La mia giornata inizia presto, di solito cerco di infilarci dentro tutto quello che posso fare: la cura dei miei cari (amici e parenti), la gestione delle etichette, la contemplazione, le varie scoperte, le curiosità, la musica e le cose legate alla musica (…) solo per scoprire che alla fine tante cose sono scivolate via durante le ore e la giornata. Come tutti anche io affronto, reagisco, resisto e gestisco la mia vita, come tutti faccio “coping”.

Torni spesso a Berlino, trovi che sia molto cambiata, anche musicalmente. Che differenze trovi tra la tua Dusseldorf di oggi e la Berlino di questi anni?

Dusseldorf è una città molto più lenta e tranquilla, meno trascinante, ma sicuramente da scoprire. E questo mi piace, perché riesco a soddisfare le mie curiosità e le mie richieste. Non ci sono orde di persone provenienti da ogni dove, che appaiono settimana dopo settimana imponendoti ogni tipo di “figata” da fare, come spesso accade a Berlino. Inoltre, Dusseldorf non ha tante distrazioni. Ho trovato questo tipo di esistenza isolata, indispensabile e, anche per questo che ho iniziato a collaborare con il “Salon des Amateurs”. Lì c’era la giusta quantità di persone fantastiche e il tempo necessario per elaborare certe idee e diversi progetti.

Quanto la storia del tuo paese ha influenzato la tua musica?
La Jugoslavia, il paese in cui sono nato, è tutto quello che ho vissuto in quegli anni sono ciò che sono diventato. Mi ha influenzato molto. Ho avuto la fortuna di crescere in un paese dove pluralità e libertà erano parole sentite, vive e vissute.


Come è stata la tua adolescenza a Belgrado? Cosa ricordi di quegli anni?

La mia adolescenza è stata fantastica. Sono nato in una metropoli, nei fantastici ’80, dove ho “assorbito” tutto quello che potevo, da molti mondi lontani e diversi, in luoghi dove noi eravamo distanti e separati dalle società sature di consumismo, di stanchezza, di poca curiosità. È stato un periodo di grandi scoperte e di tanta immaginazione. Per fortuna, ancora oggi, ricordo tutto: la mia vita personale, la nostra storia, il cambiamento che mi circondava e che stavo vivendo, il piacere e il dolore che sentivo.  In qualche modo, quella fase della mia adolescenziale, si conclude con una spettacolare finale di Coppa Europa del 1991, a Bari, contro la squadra di Bernard Tapie. Quella serata è ancora vivida nei miei ricordi. Per me è stato tutto ciò che rappresentava (e rappresenta ancora oggi) l’inizio dell’implosione della Jugoslavia. Peccato che certe vicende storiche, che hanno vissuto i nostri popoli balcanici, prima della dissoluzione, purtroppo le si rivedono ancora oggi, in altre nazioni.

Visto che lo hai nominato, cosa ricordi invece degli anni passati a sperimentare al “Salon des Amateurs”, il locale dei tuoi esordi e delle tue sperimentazioni a Düsseldorf?
Del “Salon Des Amateurs”, ricordo le amicizie durature, l’etica del “do It yourself “, del sapersi arrangiare e dello aiutarci, del condividere; perché se non lo facevamo noi, nessuno lo avrebbe fatto per noi. Abbiamo vissuto ogni forma di libertà, ogni opportunità che ci ha permesso di creare qualcosa di nuovo, di sperimentare sound diversi, di scoprire ed esplorare nuove “vibrazioni” musicali, quando ancora non si era consapevoli che stava nascendo qualcosa che avrebbe definito e identificato quegli anni.

Una recente scoperta musicale. Hai qualcuno da consigliarci?
Sono appena tornato da New York, dove ho visitato la Ergot Records, per prendere un nuovo disco che il “mastermind” Adrian Rew aveva tenuto da parte per me:” Willie ‘LONGTRAX’ Long – Acid Trax – EP 1.” Lo consiglio, ne vale la pena, è profondo, gradevole ed essenziale. Quando poi stavo per andarmene, è avvenuta anche una nuova e recente scoperta musicale. Adrian ha suonato un fantastico disco italiano che non avevo mai sentito prima. “A Profanation Of Art” di Mystiqfystix. Quindi, tornando alla tua prima domanda e chiudendo così il cerchio: 20 anni fa non avrei mai potuto vedermi il 16 maggio del 2025, nel primo pomeriggio, alla Ergot Records, con Adrian mentre suona “A Profanation Of Art”. Se fossi arrivato qualche minuto prima (o qualche minuto dopo), forse non avrei neanche saputo che esisteva quel posto.

Alla Triennale di Milano. per la rassegna “Voce”, arriva Vladimir Ivkovic, Dj serbo e figura tra le più talentuose nel panorama della musica elettronica contemporanea.

Da anni Vladimir Ivkovic prende posto dietro le maggiori consolle di tutta Europa, affinando le sue capacità di dj, intrecciando narrazioni e sperimentazioni sonore scure e psichedeliche, adottando e distillando rarità serbe (è nato e cresciuto nella ex Jugoslavia) affiancate a escursioni ambient synth-pop malinconici, producendo album ricchi di suoni dispotici e techno minimal (da anni vive nella poco trascinante vita di Düsseldorf), creando dj set visionari e ipnotici, andando oltre le nuove frontiere della musica elettronica contemporanea. Un viaggio musicale duro e puro, sofisticato e ricercato, che sicuramente durante la serata alla Triennale di Milano toccherà il punto più vicino alla trascendenza.

DJ SET

Lumina (in collaborazione con Le Cannibale)

Vladimir Ivkovic e Hiroko Hacci

24 maggio 2025, ore 22.00

Line-up

22.00 – 00.30 Hiroko Hacci

00.30 – 03.00 Vladimir Ivkovic

Rassegna VOCE TRIENNALE

Link Programma musicale:

https://triennale.org/whats-on?type=Concerto%2CDj+set&free_events=false

A cura di Marco L. Tosi

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