Tra Francia e Italia, il bar à vin a Porta Venezia che diventa rifugio urbano e spazio di convivialità, con calici selezionati e assaggi dal gusto retrò

Non una semplice riapertura, ma un ritorno con un’identità completamente rinnovata. Oasi inaugura un nuovo capitolo della sua storia con un concept che guarda alla Francia contemporanea e porta a Milano il modello del bar à vin: un luogo informale ma curato, che accoglie da pranzo fino a tarda sera, pensato per la condivisione e la convivialità.
L’obiettivo è dare vita a uno spazio accessibile e accogliente, dove ci si può fermare per una pausa veloce, incontrarsi per un aperitivo, cenare con piatti da gustare in compagnia o semplicemente bere un calice al bancone. Un indirizzo che vuole diventare punto di riferimento a Porta Venezia per chi cerca autenticità senza rinunciare a gusto ed eleganza. Il nuovo concept di Oasi prende forma anche negli spazi, curati con la consulenza di Oooh Studio, che ha dato una nuova impronta.
L’atmosfera è calda e avvolgente, con un chiaro rimando ai bistrot francesi contemporanei. Le pareti marroni, il soffitto blu e i dettagli color giallo fanno da cornice alla prima sala, dominata da un bancone in legno e acciaio. Sedute alte e piccoli salotti accanto alle grandi vetrate aprono lo sguardo verso la piazza, creando un ambiente dinamico e accogliente, pensato per sentirsi a proprio agio in ogni momento della giornata.

L’accoglienza e la cantina sono affidate ad Alessia Taffarel che, insieme a Franco Olivieri, guida il cliente nell’esperienza di Oasi con uno stile naturale e senza sovrastrutture.

Il vino è uno dei grandi protagonisti, con una carta che al debutto conta circa 500 etichette. La selezione abbraccia l’Italia e la Francia, con spazio a piccoli récoltant e grandi maison, passando per etichette naturali dal profilo pulito e non omologato. Si potrà bere sia al calice, a partire da 6 euro, sia in bottiglia, con un ventaglio che parte dai 30 euro fino a cifre più importanti per far convivere esclusività e inclusione. L’approccio rompe uno schema diffuso a Milano: non c’è un nome di chef da mettere in primo piano, né la ricerca ossessiva del piatto firma, ma una proposta costruita attorno al piacere del vino, del cibo e del tempo trascorso insieme. Un contesto in cui il gusto diventa narrazione e identità, più del singolo volto in cucina.
La proposta gastronomica segue questa filosofia: piatti semplici, riconoscibili, che invitano alla convivialità. Durante tutto l’arco della giornata, dalle 12 a mezzanotte, sarà possibile stuzzicare con una selezione di Les Sardines de “La belle-Iloise”, tartinable e crostini, salumi e formaggi dall’Italia e dalla Francia, escargot, ostriche, terrina di faraona, tartare di fassona piemontese servita alla francese, gateau di patate alla Saint Jacques che ricorda le celebri capesante e che è già uno dei simboli del locale.

A completare la carta ci sono piatti che variano in base alla stagione e alla disponibilità. L’idea è proporre un menù che non obbliga a una scelta rigida, ma accompagna chi vuole condividere piccoli piatti, comporre una cena completa o fermarsi per un boccone al volo.

Con questa nuova veste, Oasi sceglie una strada controtendenza rispetto a molti locali milanesi: non la celebrazione di uno chef-star o di un piatto icona, ma un progetto che mette al centro vino, convivialità e sapori sinceri e senza sovrastrutture. In un panorama dominato da aperture che inseguono format già visti, Oasi si distingue come luogo di ritorno e scoperta, un bar à vin contemporaneo che vuole essere punto d’incontro, rifugio urbano e nuova abitudine per chi cerca Milano con un respiro diverso.
A cura della Redazione



