OASI, IL “BAR À VIN” CHE MILANO STAVA ASPETTANDO

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Tra Francia e Italia, il bar à vin a Porta Venezia che diventa rifugio urbano e spazio di convivialità, con calici selezionati e assaggi dal gusto retrò

Credits photo: Marta Castaldo

Non una semplice riapertura, ma un ritorno con un’identità completamente rinnovata. Oasi inaugura un nuovo capitolo della sua storia con un concept che guarda alla Francia contemporanea e porta a Milano il modello del bar à vin: un luogo informale ma curato, che accoglie da pranzo fino a tarda sera, pensato per la condivisione e la convivialità.


L’obiettivo è dare vita a uno spazio accessibile e accogliente, dove ci si può fermare per una pausa veloce, incontrarsi per un aperitivo, cenare con piatti da gustare in compagnia o semplicemente bere un calice al bancone. Un indirizzo che vuole diventare punto di riferimento a Porta Venezia per chi cerca autenticità senza rinunciare a gusto ed eleganza. Il nuovo concept di Oasi prende forma anche negli spazi, curati con la consulenza di Oooh Studio, che ha dato una nuova impronta.

L’atmosfera è calda e avvolgente, con un chiaro rimando ai bistrot francesi contemporanei. Le pareti marroni, il soffitto blu e i dettagli color giallo fanno da cornice alla prima sala, dominata da un bancone in legno e acciaio. Sedute alte e piccoli salotti accanto alle grandi vetrate aprono lo sguardo verso la piazza, creando un ambiente dinamico e accogliente, pensato per sentirsi a proprio agio in ogni momento della giornata.

Credits photo: Marta Castaldo

L’accoglienza e la cantina sono affidate ad Alessia Taffarel che, insieme a Franco Olivieri, guida il cliente nell’esperienza di Oasi con uno stile naturale e senza sovrastrutture.

Credits photo: Marta Castaldo

Il vino è uno dei grandi protagonisti, con una carta che al debutto conta circa 500 etichette. La selezione abbraccia l’Italia e la Francia, con spazio a piccoli récoltant e grandi maison, passando per etichette naturali dal profilo pulito e non omologato. Si potrà bere sia al calice, a partire da 6 euro, sia in bottiglia, con un ventaglio che parte dai 30 euro fino a cifre più importanti per far convivere esclusività e inclusione. L’approccio rompe uno schema diffuso a Milano: non c’è un nome di chef da mettere in primo piano, né la ricerca ossessiva del piatto firma, ma una proposta costruita attorno al piacere del vino, del cibo e del tempo trascorso insieme. Un contesto in cui il gusto diventa narrazione e identità, più del singolo volto in cucina.

La proposta gastronomica segue questa filosofia: piatti semplici, riconoscibili, che invitano alla convivialità. Durante tutto l’arco della giornata, dalle 12 a mezzanotte, sarà possibile stuzzicare con una selezione di Les Sardines de “La belle-Iloise”, tartinable e crostini, salumi e formaggi dall’Italia e dalla Francia, escargot, ostriche, terrina di faraona, tartare di fassona piemontese servita alla francese, gateau di patate alla Saint Jacques che ricorda le celebri capesante e che è già uno dei simboli del locale.

Credits photo: Marta Castaldo

A completare la carta ci sono piatti che variano in base alla stagione e alla disponibilità. L’idea è proporre un menù che non obbliga a una scelta rigida, ma accompagna chi vuole condividere piccoli piatti, comporre una cena completa o fermarsi per un boccone al volo.

Con questa nuova veste, Oasi sceglie una strada controtendenza rispetto a molti locali milanesi: non la celebrazione di uno chef-star o di un piatto icona, ma un progetto che mette al centro vino, convivialità e sapori sinceri e senza sovrastrutture. In un panorama dominato da aperture che inseguono format già visti, Oasi si distingue come luogo di ritorno e scoperta, un bar à vin contemporaneo che vuole essere punto d’incontro, rifugio urbano e nuova abitudine per chi cerca Milano con un respiro diverso.

A cura della Redazione

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