Il nuovo Centro di Milano

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“La gente non lo sa, ma il nome per esteso con cui abbiamo registrato il marchio è IL CENTRO DI MILANO” termina così il suo intervento inaugurale Marco Brunelli, l’imprenditore della grande distribuzione, patron del Gruppo Finiper, che ad Arese “ha fatto diventare realtà un sogno” aprendo il centro commerciale più grande d’Italia e tra i maggiori d’Europa sull’area dismessa di Alfa Romeo.

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Oggi Il Centro si prepara ad accogliere il pubblico- con una previsione di 13 milioni di persone attese ogni anno. Lo spazio di oltre 120mila metri quadri ospita 230 insegne, comprese 25 attività di ristorazione, con il debutto di brand internazionali “che prima ancora di scegliere il mercato italiano, hanno scelto noi”. Come l’irlandese del fast fashion Primark o la danese Lego con il primo monomarca della Penisola. Ma qui fanno capolino per la prima volta in un centro commerciale anche Nespresso, Signorvino, Cioccolati Italiani e Bianchi Biciclette, accanto ai marchi del gruppo Inditex- da Zara a Massimo Dutti-, e poi, tra gli altri, Mango, Benetton, Bialetti, Mondadori Store, Vans, Swatch, Viridea, Mediaworld, Camomilla Italia, KFC, Dispensa Emilia, Alcott, Walt Disney, OVS, Roadhouse, Piazza Italia, SuperDry, Terranova, Carpisa, Pimkie, Levi’s, Lindt, Limoni, H&M Home. Per la spesa un grande e lussuoso punto vendita Iper, e, a cura dell’ospedale Humanitas, un centro medicale di eccellenza. Con un’anticipazione sulla prossima possibile presenza di Ikea.

Il progetto è stato realizzato da Davide Padoa, Michele De Lucchi e Arnaldo Zappa. Lo studio di Padoa, Design International, ha dato forma al progetto – sull’esempio dei grandi mall internazionali – secondo l’idea dell’edificio unico e iconico, proponendo una storia e un percorso capaci di accompagnarsi al design di De Lucchi, autore delle aree Fashion Court e Ipermercato. “Quando ho accetto questo incarico, qualcuno scherzando diceva che mi ero venduto al commercio”. Ma, chiarisce l’architetto De Lucchi, “dare un valore economico alle cose è un modo di esprimere un giudizio e la società per evolvere ha bisogno anche di questo. Qui c’erano capannoni e questa è stata interamente un’operazione di recupero che non ha sfruttato luoghi vergini. Per me era importante mantenere un legame con la ruralità in cui ci inseriamo, pensando alle vecchie cascine lombarde, ho scelto una dominanza del legno”.
Il progetto è frutto della visionaria capacità imprenditoriale di Marco Brunelli, 88 anni, già fondatore con Caprotti di Esselunga negli anni Cinquanta, che 15 anni fa ha sognato di ripensare quest’area trasformandola in un progetto commerciale che avesse dei contenuti e che facesse rivivere gli antichi splendori dell’area. Ora l’antica pista di collaudo di Alfa Romeo diventa un centro di eccellenza per la guida sicura, a fianco della quale il museo automobilistico conserva la memoria storica del luogo. Una pista da skate fa vivere gli spazi outdoor. Mentre all’interno sono i grandi archi della galleria commerciale a ricordare le piazze cittadine, con tanto di edicola, per favorire lo scambio e l’incontro delle persone. “Questi elementi sono le fondamenta della credibilità del progetto, la nostra visione si è fatta realtà grazie all’impegno degli imprenditori che l’hanno sostenuta” ha raccontato Francesco Ioppi, direttore Real Estate del Gruppo Finiper.
Il consenso del territorio è stato indispensabile per portare a compimento l’intero progetto. “La Lombardia dal 2015 ha una legge regionale contro il consumo del territorio, una norma che abbiamo voluto per un miglior utilizzo del suolo” così Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, è intervenuto al taglio del nastro – “Il ruolo delle pubbliche amministrazioni, in casi come questo, è quello di valutare la sensibilità e le condizioni di un progetto”. La promessa di una rivalutazione altrimenti non sostenibile dalle amministrazioni locali, nonché la creazione di posti di lavoro sono state leve nell’operazione di mediazione dei sindaci di Arese Michela Balestra e Alberto Landonio di Lainate.
Il progetto è costato “qualcosa più di 300milioni di euro” specifica il Gruppo Finiper, finanziati al 50% dal gruppo stesso e al 50% dalle banche- tra cui Banca Intesa, BNL, Banca Popolare di Bergamo, Popolare di Milano, Popolare di Varese.
Infine, Marco Brunelli ci lascia con un altro sogno a occhi aperti “sarebbe importante dare a una città come Milano una piscina olimpionica”.

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