Cresce in modo costante l’e-commerce dei prodotti lifestyle, nuova frontiera per il Made in Italy

Share:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Email
Print

Dal 2015 ad oggi le vendite online di Fashion, Beauty e Design sono cresciute in media del 40%. Il valore degli acquisti online a livello globale raggiungerà nel 2017 391 miliardi di dollari per il Fashion, 84 per il Beauty e 133 per il Design

Il mercato dell’e-shopping vale ancora solo il 7,5% del mercato globale e il canale fisico rimane prevalente

Milano, 18 luglio 2017 – Negli ultimi anni il mercato dell’e-commerce si è ampliato estendendo la propria offerta anche a settori inizialmente molto lontani come il fashion, il beauty, il design. Sono proprio le categorie merceologiche che intercettano nicchie mondiali quelle ad avere oggi la maggiore potenzialità di successo e non a caso le aziende del Made in Italy stanno integrando il canale digitale nei loro processi di espansione globale.
Il primo convegno Netcomm Focus Lifestyle ‘Rivoluzione digitale: opportunità e sfide per le aziende della moda, del beauty e del design’ organizzato da Netcomm in collaborazione con Pambianco e svoltosi oggi a Milano, ha condotto, insieme a interlocutori e aziende del mercato, un’analisi della trasformazione in atto nelle imprese dei settori simbolo del Made in Italy che vogliono cogliere le opportunità offerte dall’ecosistema digitale, esaminando quali sono i nuovi fattori competitivi di successo.

“Questo Focus è il primo di una serie di appuntamenti verticali che Netcomm organizzerà nei prossimi mesi per supportare l’evoluzione digitale e la competitività di alcuni settori chiave del Sistema Paese”, spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Il digitale non è il futuro ma è già il presente: basti pensare che nel 2016 sono stati acquistati nel mondo beni e servizi online per circa 2.600 miliardi di dollari, coinvolgendo circa 1,5 miliardi di online shopper”.

David Pambianco, AD di Pambianco Strategie di Impresa, ha dichiarato: “Abbiamo deciso, in partnership con Netcomm di dedicare ai settori moda, beauty e design un summit che analizzi ed approfondisca le sfide e le opportunità offerte dal digitale. Ritengo che oggi saper gestire al meglio questa rivoluzione sia strategico per aziende come quelle lifestyle in cui l’immagine e la relazione con i propri consumatori sono leve di successo fondamentali”.

Lo sviluppo del settore lifestyle

Analizzando gli acquisti e-commerce di prodotti lifestyle a livello globale, si nota come dal 2015 a oggi seguano tutti un trend di crescita, seppure a velocità diverse: il fashion ha registrato un incremento di circa il 42% per un valore di 391 miliardi di dollari, seguito dal beauty con il 42% pari a 84,5 miliardi e infine il design che registra una crescita di oltre il 36% con 133 miliardi di dollari.

Questi dati di crescita non sono però ancora sufficienti per considerare il settore dell’e-commerce maturo o capace di esprimere appieno le sue potenzialità, dato che oggi solo il 7,5% degli acquisti si finalizza in questo canale e quello fisico rimane prevalente rispetto all’online.

Il digitale è dunque la strada necessaria per le aziende che vogliono competere con successo nei prossimi anni, e la rivoluzione digitale non è uno scenario a medio-lungo termine ma un fenomeno che sta già cambiando profondamente i consumatori e il modo di fare impresa. Per questo le aziende si sono rese conto che la vera ricchezza, e lo strumento che permette loro di continuare a crescere, è il consumatore con il quale, attraverso il canale digitale è possibile interagire e contemporaneamente soddisfare le sue aspettative di e-shopping. È egli stesso che desidera una relazione puntuale, costante, interattiva con il brand e pertanto oggi l’online deve essere considerato come un canale di vendita e di contatto, capace di profilare in modo estremamente puntuale l’utente. Il nuovo consumatore digitale pretende di parlare con l’azienda in modo immediato e diretto, attraverso una pluralità di interfacce (negozio fisico, negozio online, social, app, etc.) vivendo un’esperienza unica e personalizzata.

“Per questi settori del Made in Italy il digitale è una scelta propulsiva potente” afferma Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “È necessario che le imprese sappiano fare rete e si avviino verso un percorso di cambiamento. La valorizzazione dei distretti e delle vie della moda italiane attraverso piattaforme online, come già è accaduto per esempio ad Amsterdam, consentirebbe ai consumatori italiani ma anche e soprattutto ai turisti stranieri, di poter continuare l’esperienza di acquisto una volta tornati a casa e creerebbe un forte legame con il brand. Sono speranzoso che le imprese che non l’hanno ancora fatto inizino un percorso di digitalizzazione: la rivoluzione dell’e-commerce è già iniziata ed è in atto un cambiamento sistemico di acquisto e di offerta. Le aziende che non riusciranno ad abbracciarlo metteranno a rischio la propria competitività e sopravvivenza”.

L’interazione offline e online crea valore

Se consideriamo il segmento luxury, l’online influenza oltre un terzo delle vendite retail totali , con una rilevanza in crescita anno su anno; nel 2016 la percentuale e-commerce sul fatturato globale retail è stata del 36%, di cui il 7,4% da vendite realizzate direttamente online e il 28,5% da acquisti conclusi in store ma guidati dall’online. Inoltre, gli e-shopper che utilizzano un solo canale hanno un comportamento di acquisto meno intenso di chi ne usa almeno due; questi ultimi infatti fanno registrare una spesa media annua superiore.


Il punto vendita fisico è diventato strategico per l’online

In un contesto così in evoluzione anche il punto vendita fisico si deve ridisegnare e ridefinire, garantendo una continuità nell’esperienza del consumatore, anche quando questa transita da un canale all’altro. Il canale fisico è, infatti, entrato nell’online ma anche l’e-commerce sta portando innovazione digitale al canale fisico migliorando il servizio offerto al consumatore, l’esperienza con il brand e il traffico online, prima, durante e dopo la fase di acquisto; in sintesi creando un ecosistema di unified commerce.
Non a caso su un’analisi di oltre 44.000 negozi in Italia , 22.000 sono risultati attivi con servizi legati all’e-commerce dove, tra quelli maggiormente proposti, circa il 20% è rappresentato dal ritiro degli acquisti online, il 4,6% da quelli prenotati online e una percentuale appena sopra l’11% dai servizi abilitati al reso. Se si guarda invece il settore merceologico, i negozi dei prodotti lifestyle risultano tra i più attenti a offrire un’esperienza immersiva, tanto che il 53% dei punti vendita che erogano servizi legati al’e-commerce è relativo al fashion, l’11% al luxury, il 9% all’arredamento e infine il 2% al beauty.

“Nell’industria del lusso l’offerta online è ormai molto ampia e con una vastissima estensione dei prezzi, ad esempio dai 25$ della Tote bag di Ralph Lauren ai 50.000$ delle borse Hermès” – dichiara Marco Pozzi, Senior Advisor di Contactlab. “Tuttavia la crescita del canale e-commerce sta iniziando a rallentare, soprattutto nelle geografie anglosassoni, e sempre più ai brand conviene focalizzare l’attenzione sul customer engagement digitale dei clienti che acquistano in negozio, che è dimostrato comprino più frequentemente e spendano di più. Tuttavia i contenuti su web, social e digital direct marketing oggi appaiono ancora molto standardizzati, e spesso a livello locale c’è ben poco oltre alla mera traduzione. La nuova sfida è quindi quella di aumentare il livello di personalizzazione dei contenuti, utilizzando anche le forze già in campo come i sales associate, già presenti in tutti i negozi del mondo e con la migliore conoscenza dei clienti: il clienteling è la nuova Digital Frontier”.

Nei prossimi mesi Netcomm e ContactLab metteranno insieme le proprie competenze per la creazione di un Osservatorio che avrà l’obiettivo di monitorare i settori del Fast Luxury & Fast Fashion, evidenziandone le peculiarità, gli sviluppi e le evoluzioni guidate dal digitale.

Possono interessarti anche..

INTIMISSIMI ULTRALIGHT CON CACHEMIRE

“Per Intimissimi la qualità della fibra viene prima di tutto. Se un maglione fosse un profumo, la fibra sarebbe la sua essenza” L’Ultralight con cashmere