Trascorrere le proprie vacanze oppure organizzare un viaggio per visitare i luoghi visti in un film o in una fiction televisiva sta diventando un’attrazione fatale per lo spettatore, legata al fascino che queste località sanno trasmettere, e può consentire di raggiungere il successo o il rilancio di un intero territorio. Ciò è possibile quando la scelta cade su una località che valorizzi sia la produzione, sia il racconto, che siano marcatamente riconoscibili e corrispondenti alla realtà così da portare avanti una linea di continuità tra immagine filmica e immagine reale. Il cinema va visto non solo come momento di svago, ma come un vero e proprio strumento di sviluppo economico territoriale, capace di interagire con altri settori fornendo le basi di nuove forme di turismo alternativo.
Il fenomeno del turismo indotto dalla visione di un film sta destando un interesse crescente da parte di coloro che sono preposti allo sviluppo turistico del territorio, in relazione ai benefici effetti che un territorio può ottenere dal fatto di essere scelto come location. Il territorio in cui ambientare la ripresa del film viene scelto, normalmente, in quanto rappresenta una scelta artistica, perché deve rispondere ai dettami scenografici della produzione o per motivi strettamente economici che sono riconducibili ai contributi che vengono erogati dalle Film Commission istituite in ogni regione. Le Film Commission, enti senza fine di lucro, hanno il compito di offrire alle produzioni una serie di incentivi di tipo tecnico e di tipo economico che rappresentano sul bilancio di produzione di un film un risparmio sul bilancio di produzione. Se lo spettatore viene “catturato” dalla bellezza dei luoghi che fanno da sfondo alla storia che sta guardando, o se nasce il desiderio di immedesimarsi nei personaggi e nella loro storia, nasce in lui la voglia di una maggiore conoscenza del luogo, con la conseguente volontà di intraprendere un viaggio, atto a soddisfare questo bisogno. Nasce così la figura del ”Cineturista”, uno spettatore che si muove e affronta un viaggio per fare un’esperienza diretta.
Secondo i dati riportati da una recente indagine condotta dall’Ischia Film Festival, in collaborazione con Marche Film Commission, il Cineturista ha un’età compresa tra i 25 e 55 anni, nella quasi totalità è diplomato o laureato, preferisce viaggiare con un partner ed è particolarmente interessato all’aspetto culturale del territorio visitato. Con il graduale sviluppo del fenomeno, soprattutto grazie a film di culto, sono nate agenzie specializzate nel proporre tour guidati alla scoperta delle terre del cinema, dove sono state girate le scene dei film che hanno emozionato il turista.
Gli effetti del cinema sul territorio non producono solo indotto in termini di presenze turistiche. È opportuno considerare anche il giro d’affari prodotto dalla troupe, spesso costituite da centinaia di persone che si stabiliscono nella location per periodi di tempo più o meno lunghi. Inoltre c’è la possibilità, per l’economia locale, di poter offrire competenze e professionalità come artigiani o tecnici da cui la produzione può attingere in loco. Una grande importanza riveste la valutazione dell’impatto economico che viene generato dall’ospitare una produzione cinematografica sul proprio territorio. Il valore dell’impatto economico di un film sul territorio è in funzione del riscontro positivo o negativo che l’opera registra in termini di giudizi dei critici cinematografici, di numero di biglietti e di possibilità di protrarre nel tempo l’eventuale successo grazie all’attività di marketing territoriale che le varie località sono in grado di sviluppare e dalle volte che il film viene riproposto in televisione.
Molto interessante il recentissimo studio realizzato dalla Sardegna Film Commission relativo al film candidato all’Oscar “La vita che volevamo” (“Was wir wollen”), girato in scenari incantevoli sul mare fra Cagliari e Villasimius e trasmesso su Netflix, che ha catturato l’immaginario degli spettatori di lingua tedesca. La visione del film ha generato una forte curiosità verso le località della Sardegna tanto da far registrare, dai due Paesi, un nuovo picco su Google Trends per la ricerca ‘Sardinian’, in un periodo che anticipa quello in cui di solito si prendono le decisioni per le vacanze estive.
Su una scala da 1 a 10, circa la metà degli intervistati attribuisce all’ipotesi di una vacanza in Sardegna un giudizio superiore a 8 e il 12% la indica espressamente come possibile meta di vacanza entro due anni. Fra gli spettatori intervistati in Austria e in Germania (mercato turistico d’elezione per l’isola), spiagge e mare cristallino sono visti come il principale richiamo per prenotare in Sardegna, in aggiunta a visite a città e borghi, a parchi e aree protette e alla possibilità di praticare sport all’aperto come trekking, bike e arrampicate. Uno su cinque inserirebbe nella sua vacanza nell’isola anche visite a location di film e serie TV, a conferma del potente impatto che hanno sull’immaginario turistico degli spettatori.
A cura di Furio Reggente