ANDREA CASTRIGNANO

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Andrea Castrignano: uno tra i più celebri interior designer d’Italia. Raccontaci un po’ di te: Come è nato il tuo interesse per il mondo dell’interior design?

Mi piace sempre ricordare che sin da bambino amavo giocare con i Lego, costruire, smontare, ricostruire, creare, in qualche modo c’è sempre stata una parte di me che mi faceva pensare che avrei fatto un lavoro simile. Da grande, poi, ho iniziato a lavorare come intermediatore immobiliare; proponendo case in affitto e in vendita, mi divertivo a dare diversi consigli ai miei clienti su come poter valorizzare le loro case. Questa cosa mi piaceva molto e piaceva anche a loro, ho iniziato ad accorgermi che le mie idee avevano una certa influenza. Così ho pensato di aprire il mio studio di progettazione. E da lì è iniziato tutto. Un’altra cosa che sicuramente mi ha sempre aiutato e ispirato sono stati, e sono tutt’ora, i miei viaggi.

Definisci il tuo stile con 3 parole

Il mio stile in tre parole è eclettico, colorato e minimal baroque.

Eclettico perché nei miei progetti mi piace variare, cerco sempre di armonizzare diversi stili, diversi colori, diversi principi e non farmi limitare in nessuna scelta.

Colorato, beh, chi mi segue sa che amo dare luce e personalità agli ambienti attraverso i colori.

Infine, miminal baroque, io dico che è un po’ il mio stile, quello che fonde un arredamento moderno con pezzi più classici. In questo modo il rigore dello stile moderno viene un po’ sdrammatizzato e si crea un contrasto che io reputo interessante e di carattere.

Sei seguitissimo sui social, in particolare su Instagram. Qual è il tuo rapporto con i social e come hanno influito sulla tua professione in questi ultimi anni?

I social per me e il mio lavoro sono diventati davvero fondamentali! Devo tantissimo alla rete e a tutti coloro che mi seguono con grande affetto, sono, però, una persona molto emotiva e a volte mi capita di patire un po’ la costante esposizione.

Nonostante questo, cerco sempre di creare un rapporto di amicizia e vicinanza sincera con i miei follower, mostrandomi per come sono, raccontando il mio lavoro, certamente, ma anche la mia vita privata con mio marito Federico. Sostengo da sempre la causa LGBT anche attraverso l’utilizzo dei social, essendo stato uno tra i primi personaggi pubblici italiani a sposarsi civilmente e a volerlo mostrare. Allo stesso tempo ho ricevuto sostegno e affetto e questo è bello. I social hanno anche il potere di unire le persone.

Come instauri il rapporto con il cliente e come prendono forma i tuoi progetti?

Mi è sempre piaciuto definirmi un po’ sarto, un po’ psicologo. È importantissimo per me creare con i miei committenti un rapporto di forte empatia, scoprire cosa desiderano e cercare di avvicinarmi alle loro personalità. Solo dopo aver creato questa vicinanza il progetto può prendere forma: a questo punto, infatti, posso diventare sarto e cucire il progetto su misura. Sono convinto che quando si crea empatia tra le persone sia molto più semplice soddisfare bisogni e desideri anche per le loro abitazioni.

Raccontaci un aneddoto, un episodio particolare del tuo lavoro.

Un episodio particolare per me è stato quello di Luca e Vasco, i miei committenti avevano l’esigenza di riconvertire il loro box auto in una dependance. Un monolocale completo di zona giorno, notte e servizi. È stata una sfida e una bella avventura e non è usuale dover trasformare un garage in monolocale. Ho scelto mobili trasformabili in modo da ottimizzare gli spazi, e fare in modo che zona living e zona notte coesistessero in armonia. Per questa ragione ho costruito una parete di cartongesso al fine di ottenere la zona bagno. La cler, che prima costituiva l’entrata del box, è stata rimossa e sostituita con una vetrata scorrevole. Ho anche incastonato il letto nella parete-libreria.
 Un progetto diverso dal solito che mi ha divertito molto e che ricordo con grande affetto.

Come è cambiata la modalità di concepire gli ambienti e di vivere l’abitazione dopo la pandemia? “Restiamo in casa” è la frase che abbiamo sentito più spesso negli ultimi anni. Restare in casa non è stata una scelta, siamo stati costretti a fare i conti con noi stessi e con le nostre “quattro mura” e, di conseguenza, a riscoprire cose che avevamo dimenticato come l’importanza di sentirsi bene nella propria abitazione. Le nostre case non sono solo cemento e mattoni ma parlano un po’ di noi e questo la pandemia ce lo ha ricordato. C’è stato sicuramente un incremento di persone che desirano ristrutturare e cambiare volto alle proprie abitazioni e trovare soluzioni per cose a cui non avevamo mai pensato prima: postazioni per lo smart working, ad esempio.

Hanno assunto un valore diverso anche gli ambienti esterni, che non sono mai stati ricercati in questo preciso momento storico. Possedere uno spazio esterno è una fortuna che abbiamo imparato ad apprezzare. Per questo quando mi capita di ristrutturare una casa che ne possiede uno, cerco sempre di far capire ai miei committenti quanto sia importante valorizzarli e concepirli come un prolungamento e un ampliamento degli interni.

Quali saranno le tendenze per il prossimo anno che vedremo al Salone del mobile?

Sicuramente nel design ci sono alcune tendenze destinate a rimanere a lungo, un trend del 2023 è quello del ritorno al naturale: continueremo a portare nelle nostre case il concetto di benessere. In questo senso assumono valore elementi naturali come piante, stampe a tema botanical e colori wild, che infondono gioia e serenità. In questa stessa ottica si collocano anche dettagli architettonici e di design come gli archi e le forme rotonde e curve, tappeti tondi e mobili a forma di mezzaluna. E poi è tornato il glamour: comfort e lusso sono protagonisti della nostra vita quotidiana, l’idea è quella di costruire e ricostruire ambienti che richiamino le opere d’arte, un’estetica che esprima benessere e bellezza in ogni dettaglio.

Abbiamo visto che sei in fase di trasloco per il tuo nuovo studio. Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti attuali e dei prossimi mesi che ti vedranno protagonista?

Sono molto emozionato per l’inaugurazione del mio nuovo studio che avverrà in concomitanza con la design week ed è sicuramente il progetto più importante del 2023. Lo studio sarà anche uno showroom con visibilità esterna e questa è una cosa a cui tengo molto.

Mi piace dire di aver “democraticizzato” il design, quello che ho sempre cercato di fare è stato abbattere i confini perché questo ambiente è stato a lungo appannaggio dei soli addetti ai lavori.  “Cambio casa, cambio vita!” è nato proprio per eliminare le barriere e portare il design nelle case di tutti. Per questo ho sempre voluto comunicare con un linguaggio semplice che può essere compreso da persone molto diverse e anche lontane da questo mondo. Il nuovo studio nasce con lo stesso obiettivo, abbattere i confini coinvolgendo aziende leader del settore.

Per quanto riguarda gli altri progetti posso dire che lavoro ancora molto su Milano ma che seguirò cantieri importanti anche su Roma, Parigi e Torino. Tengo sempre aperta per il futuro la possibilità, che sarebbe un mio grande desiderio, di ristrutturare anche un Hotel.

Ultima domanda di rito: gli ultimi 5 brani della sua playlist di Spotify 

La musica è sempre un’ottima domanda! Considerata la vacanza in Messico appena conclusa, le ultime cinque canzoni di Spotify sono un po’ allegre e un po’ malinconiche, perché i posti belli mi procurano gioia mista ad una certa nostalgia. Ho ascoltato “Feeling good” di Avicii, “Heaven” di Emeli Sandé, “Boa Sorte” di Vanessa Da Mata, “Summertime Sadness” di Lana Del Rey e “California Dreamin” di Sia. Come potete facilmente notare rimango un eterno ottimista romantico!

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan, e Luca Sardi

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