IL TRIONFO DA TAVOLA DI GIO PONTI

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Nella seconda metà degli anni Venti la Manifattura di Doccia realizza un trionfo da tavola, destinato all’arredamento delle sedi diplomatiche del Ministero degli Esteri. Il monumentale apparato composto da molti pezzi è progettato da Gio Ponti con la collaborazione di Tomaso Buzzi (probabilmente solo per la prima redazione dei trofei di armi) e dello scultore Italo Griselli per la modellazione. Il trionfo è costituito in gran parte da elementi in porcellana bianca dipinti in oro agatato da Elena Diana, la più abile esecutrice di questa tecnica presso la Manifattura di Doccia. 

L’elemento principale dell’eclettica composizione, che recupera un genere tipicamente settecentesco attingendo però anche all’antico, è la figura dell’Italia turrita (inv. 5366), seduta su un’enorme conchiglia e circondata da specchi che alludono alla superficie del mare. La raffigurazione allegorica dell’Italia con il capo turrito è frequente nella statuaria monumentale a partire dall’Unità nazionale; ispirandosi per la posa al modello della Tyche di Antiochia Ponti la ridisegna in versione Déco, con un abito che ne rivela le forme longilinee e l’attitudine disinvolta. La conchiglia che le fa da trono, impreziosita da drappeggi, perle, coralli e altri crostacei, allude probabilmente al dominio del Mediterraneo negli anni del colonialismo e dell’Impero. 

Tutto intorno si dispongono piccole e grandi sculture tratte dal repertorio antico raffiguranti piante e animali, come il Cavallo marino (inv. 3054), il Putto che cavalca un delfino (inv. 3053) o il Cane che morde un serpente (inv. 3057) in un gioco di riferimenti alla cultura, alla storia e alla natura italiana. 

La data esatta e il modo in cui venne conferito a Gio Ponti l’incarico di progettare l’insieme restano a oggi non del tutto chiari, ma lo storico dell’arte Roberto Papini, consulente per l’arredamento delle ambasciate e ammiratore di Gio Ponti, vi ebbe sicuramente una parte importante. I primi contatti di Ponti con il Ministero per il progetto del trionfo da tavola risalgono al 1925, ma si dovrà attendere il 1929 per l’approvazione della versione definitiva.  Quest’ultima includeva anche elementi di contorno, come l’aquila imperiale, la lupa romana e  due trofei militari con fasci, che non sono presenti nella versione del Museo e che furono imposti, in toto o con modifiche, direttamente da Roma. Alcuni elementi, come l’Italia, vennero presentati alla Biennale di Arti Decorative di Monza del 1927. Il Centro da tavola era riservato in esclusiva al Ministero e le varie parti erano contrassegnate ciascuna da una diversa lettera dell’alfabeto e dall’iscrizione “Ministero degli Esteri”, disegnata dallo stesso Ponti. Tuttavia in seguito, alcuni pezzi, talvolta con piccole varianti, furono resi disponibili alla vendita, come confermano alcuni esemplari apparsi sul mercato oggi in collezioni private.

A cura della Redazione

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