SACE: previsioni export 2013 – 2016

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made in italy exportSecondo le previsioni SACE, i prossimi 4 anni l’export italiano crescerà del 7,9% medio annuo. Gli analisti si attendono una ripresa dei mercati maturi e un rallentamento della crescita dei Bric. Saranno i comparti a medio-alta tecnologia a guidare le performance dell’export italiano.
Il Rapporto Export di SACE, presentato a Milano il 20 febbraio 2013, traccia le principali direttrici geografiche, settoriali e strategiche per le vendite di beni italiani all’estero nel quadriennio 2013-2016.
L’export italiano crescerà del 7,2% nel 2013 e accelererà il ritmo di crescita negli anni successivi fino a mettere a segno un +8,5% nel 2016, raggiungendo un valore pari a € 535 miliardi.
Le imprese italiane, nell’ultimo decennio, hanno perseguito con successo un riposizionamento di mercato non solo geografico ma anche qualitativo che ha consentito loro di intercettare nuovi bacini di domanda, in un contesto di rallentamento delle economie avanzate e di crescita delle economie emergenti.
Le nostre vendite all’estero hanno recuperato i livelli pre-crisi già nel 2011 (€ 375 miliardi di export in valore), grazie a un tasso di crescita dell’11,4%.
L’elevata complessità del contesto globale impone un ulteriore sforzo di diversificazione delle destinazioni, ma in maniera selettiva:
• non bisognerà sottostimare la ripresa dei mercati maturi, che continueranno a generare le migliori opportunità anche alla luce degli elevati volumi di export
• né concentrarsi esclusivamente sulle opportunità offerte dai Bric, che inizieranno a mostrare i primi segnali di ridimensionamento dei tassi di crescita.

Top Market
Questi i paesi che, secondo gli analisti SACE, genereranno maggior valore per il nostro export nel quadriennio 2013 – 16:

1. Cina (crescita media annua dell’export italiano pari al 12,3%)
2. Svizzera (+11,5%)
3. Brasile (+11,3%)
4. Stati Uniti (+11,2%)
5. Romania (+10,6%)
6. Turchia (+10,2%)
7. Russia (+9,4%)
8. Polonia (+8,4%)
9. Francia (+7%)
10. Germania (+6,6%).

Il Rapporto segnala anche un numero significativo di mercati di prossima generazione – localizzati prevalentemente nel Sud-est asiatico – verso i quali il l’export italiano ha raggiunto livelli ancora non elevati, ma si prepara a mettere a segno tassi di crescita sostenuta in una logica di medio-lungo termine: Indonesia (+10,1%), Filippine (+10,8%), Malesia (+9,6%), Cile (+8,9%), Nigeria (+9,4%), Angola (+10,2%) e Qatar (+9,7%).

Top Sector
Complessivamente, a registrare i più elevati tassi di crescita saranno:
• i beni d’investimento, trainati dai settori meccanica strumentale (+9,7%) e apparecchiature elettriche (+8,0%)
• i beni intermedi dell’industria metallurgica (+10,1%), estrattiva (+8,8%), della gomma e della plastica (+8,6%) e della chimica (+8,3%).

Il Made in Italy tradizionale (alimentari, arredamento, abbigliamento) vedrà ridimensionato invece il proprio ruolo propulsivo, con tassi inferiori al 6%, ad eccezione di bacini di opportunità nell’alto di gamma dove le performance saranno invece molto superiori alla media.

Bussola delle opportunità
La “Bussola delle opportunità” segnala, settore per settore, i mercati che promettono alle nostre esportazioni tassi di crescita superiori alle medie globali.
Tra le destinazioni acquisite, la Bussola conferma l’importanza di continuare a presidiare i mercati maturi e alcuni mercati emergenti chiave. Qui i settori più specializzati e competitivi giocheranno un ruolo da apripista per altri comparti del Made in Italy, come la meccanica strumentale in Indonesia o l’industria dei metalli negli Emirati Arabi Uniti.
La Bussola indica inoltre nuove direttrici dell’export da perseguire nel medio-lungo termine per intercettare la domanda delle classi medie in forte crescita:
• India e Cile per i prodotti alimentari
• Singapore e Qatar per l’arredamento
• Indonesia e Corea del Sud per l’abbigliamento
• Messico, Malesia, Sudafrica per i mezzi di trasporto
• Tailandia, Messico ed Emirati Arabi Uniti per la gomma e la plastica.
Lo sviluppo infrastrutturale e industriale di Paesi come l’Angola e la Tunisia genererà ampie opportunità per la meccanica strumentale, le apparecchiature elettriche e il settore dei metalli, senza contare le prospettive offerte dai piani d’investimento di Paesi mediorientali come il Qatar.

Enrico Forzato

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