INVESTIRE NEI VINI DI PREGIO

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Il duplice ruolo dell’Italia: Paese di investimenti e di vini rari, tra collezionisti e cantine emergenti, che possiede il 16% del mercato globale, secondo solo alla Francia con Bordeaux e Borgogna

Justin Knock

In un contesto economico-finanziario condizionato dalle crisi, prima pandemica e poi bellica, sempre più investitori scelgono i “beni rifugio” per diversificare il proprio portfolio e proteggersi dall’inflazione. Tra questi spicca senza dubbio il mercato dei vini di pregio, in qualità di pleasure asset, capace di attrarre collezionisti, appassionati, assicurare significativi rendimenti e proteggere dall’inflazione.

“Il potenziale degli investimenti in vino risiede nella sua capacità di emulare altri asset finanziari. Come l’oro, il vino è un bene rifugio e rappresenta un’efficace protezione contro l’inflazione. I vini pregiati possono anche essere paragonati a proprietà immobiliari o azioni blue chip, che hanno il potenziale di raddoppiare o triplicare il loro valore in 10 o più̀ anni” – afferma Justin Knock MW, Director of Wine di Oeno Group.

Si tratta di un mercato in forte e costante espansione, che offre agli investitori nuove sfide: aggiudicarsi le bottiglie più pregiate, rare e difficili da ottenere, e intuire in anticipo su quali vini e cantine emergenti puntare, scommettendo su un potenziale ancora da esprimere in termini di qualità e rendita, così da massimizzare gli investimenti e ampliare gli asset disponibili.

Gabriele Gorelli

Questi sono gli obiettivi di Oeno Group, leader nel settore degli investimenti in fine wine. Fondata a Londra nel 2015, offre un servizio personalizzato di consulenza con un approccio contemporaneo e innovativo al mondo dei vini di pregio. Chiunque può rivolgersi a Oeno Group ed entrare così in questo mercato in evoluzione, anche in Italia, grazie al supporto di un team diversificato di professionisti internazionali, che comprende, tra gli altri, ben tre Master of Wine: Gabriele Gorelli MW, primo e unico Master of Wine italiano e Brand Ambassador del Gruppo in Italia, Almudena Alberca MW, prima donna spagnola a diventare Master of Wine, e Justin Knock MW, Director of Wine di Oeno Group.

Con sedi a Londra, Bordeaux, New York, Madrid, Monaco e in Toscana, Oeno Group permette di raggiungere le bottiglie più rare e iconiche del mondo e quelle che lo diventeranno, con la sicurezza fornita dal servizio della sua unità antifrode – che certifica l’originalità dei prodotti – e con la possibilità di liquidare in qualsiasi momento il proprio investimento grazie a exit strategy in-house e acquirenti al dettaglio collegati al network del Gruppo.

IL PANORAMA INTERNAZIONALE DEL MERCATO DEI VINI DI PREGIO

Il prezzo medio del fine wine è cresciuto del 13% solo nella prima metà del 2021 – come certificato dal Knight Frank’s luxury investment index – ponendo questo segmento al primo posto nell’industria degli investimenti di lusso.

Il vino di alta gamma è infatti un bene rifugio dal valore intrinseco, che si mantiene anche nei periodi di turbolenza economica, e che dal 2005 ha registrato una crescita del 198%*.

Due delle caratteristiche del vino pregiato, che lo rendono un ottimo investimento, sono la sua capacità di migliorare nel tempo, combinata al fattore “consumo”. Con il trascorrere degli anni, gli esemplari di una specifica etichetta diventano sempre meno: ciò aumenta la rarità del bene che, parallelamente all’invecchiamento, ne accrescono la desiderabilità.

Questo trend positivo è confermato anche dal fatto che negli ultimi 15 anni l’indice Liv-ex su 1000 vini pregiati ha registrato una crescita eccezionale del 13,6%, superando il 7,8% del Dow Jones S&P 500 (esclusi i dividendi). Anche il bilancio annuale di UniCredit conferma una buona performance del settore, che ha ‘sovraperformato’ il 98% di tutti i mercati finanziari. Se confrontato direttamente con altri asset alternativi, il vino pregiato ha ottenuto una crescita del 231% negli ultimi 10 anni, rispetto al 113% per l’arte o al 142% per i gioielli.

Mattia Tabacco, Gabriele Gorelli, Federico Foscarin

Secondo i parametri di Oeno Group, le prospettive di un ipotetico investimento di una somma di 50.000 dollari nel medio termine, con una prospettiva di 5 anni, vedono un ritorno di più del doppio del capitale, ovvero 118.817 dollari. Se il capitale iniziale viene raddoppiato, arrivando a 100.000 dollari, il ritorno potenziale raggiunge addirittura i 237.634 dollari.

Se l’investitore desidera invece scommettere sul lungo periodo, quindi 15 anni, le prospettive di guadagno aumentano maggiormente: con un investimento di 50.000 dollari si avrebbe potenzialmente un ritorno di 670.061 dollari, mentre con un investimento di 100.000 dollari si arriverebbe fino a 1.341.923 dollari*.

FINE WINE: UN INVESTIMENTO GODIBILE CONTRO L’INFLAZIONE

Quando la pandemia da COVID-19 ha colpito per la prima volta i mercati nel febbraio 2020, l’S&P 500 è crollato del 25%, mentre l’indice Liv-ex 1000, collegato alle performance del vino pregiato, è sceso solo del 4%. Sebbene l’S&P abbia mostrato una decisa ripresa, l’esperienza è stata comunque traumatica per molti, in un momento di profonda incertezza.  Allo stesso modo, durante la crisi finanziaria globale del 2008, il Liv-Ex 1000 è sceso solo dello 0,6%, rispetto al 38,5% dello S&P 500, e nei due anni successivi il mercato dei vini pregiati ha registrato un boom.

Il vino è un bene di per sé godibile, estremamente affascinante, altamente redditizio e rappresenta una possibilità d’investimento stimolante rispetto ad altri asset. Investire in vini di pregio significa inserire nel proprio portfolio una ventata di ‘freschezza’ e garantirsi un porto sicuro allo stesso tempo” – Ashley Ling, Global Investment Director di Oeno Group

IL MERCATO ITALIANO DEI VINI PREGIATI E LE STELLE EMERGENTI

Tradizionalmente, sono francesi i vini pregiati che fanno da padroni in questo mercato, ma negli ultimi anni sono emersi altri territori a contendere l’egemonia della Francia. Secondo il Liv-ex, il sottoindice italiano dei vini pregiati, nel 2020, ha registrato un aumento del 12,2%, rendendo i vini del Belpaese la terza categoria con più scambi commerciali. L’Italia è arrivata a possedere così il 16% del mercato, dietro solo al 40,5% di Bordeaux e al 20,4% della Borgogna. Questa evoluzione coinvolge il Paese anche grazie a regioni e denominazioni che stanno emergendo, oltre alle realtà più conosciute a livello globale. Fino a tre anni fa, i Supertuscans valevano l’85% del mercato del fine wine italiano, i piemontesi invece il 15%. Oggi gli stessi Supertuscans rappresentano circa il 55%, i piemontesi sono saliti al 35% e il restante 10% è rappresentato da Veneto, Umbria, Campania e Sicilia.

Oeno Group ha deciso quindi di puntare sull’Italia, firmando un accordo di distribuzione esclusiva con i migliori produttori di Piemonte e Campania, oltre che con realtà innovative presenti sul territorio dell’Etna. Una delle mission di Oeno Group è infatti la ricerca di nuove eccellenze: stelle emergenti che possiedono un grande potenziale di crescita e devono ancora farsi conoscere a questi livelli. La relazione con queste ‘rising stars’ non è una questione di mera intermediazione, piuttosto una scommessa, un percorso di Premiumization’ con cui Oeno Group accompagna un produttore emergente nella valorizzazione dei propri prodotti, per promuoverli nel mondo e farli apprezzare dai collezionisti.

“La notevole competenza dello staff di Oeno Group permette non solo di assicurarsi i così detti ‘blue chip’, investimenti di sicura resa nel lungo periodo, ma anche di identificare nuove opportunità d’investimento, fino ad oggi sconosciute o non adeguatamente valorizzate, scommettendo quindi su realtà emergenti con una crescita promettente. In questo contesto, l’Italia sta sicuramente primeggiando, dimostrando un incredibile potenziale ancora da esprimere” – commenta Gabriele Gorelli MW, Brand ambassador Oeno Group per l’Italia.

Non solo Francia e Italia. Il mercato del fine wine si estende in molti altri territori dalla vocazione vitivinicola, come Rioja e Ribera del Duero in Spagna, Napa e Sonoma in California, Australia, Argentina, Cile, Germania, Portogallo, Sudafrica e Nuova Zelanda: nazioni che per ora rappresentano una quota minoritaria dei vini di pregio, il cui ruolo potrebbe guadagnare sempre più rilevanza nel settore.

A cura della Redazione

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